ABROGAZIONE DEI VOUCHER: PIU’ DUBBI CHE CERTEZZE

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ABROGAZIONE DEI VOUCHER: PIU’ DUBBI CHE CERTEZZE

La notizia è di oggi: i voucher o buoni lavoro sono destinati ad una precoce pensione. La commissione Lavoro della Camera ha approvato il testo e, a questo punto, il Governo dovrebbe portare in Consiglio dei ministri il Decreto Legge che farà piazza pulita di tale strumento di pagamento di alcuni tipi di attività lavorativa. La possibilità di utilizzo dei voucher è stata introdotta dal Decreto Biagi – D. L.vo 276/2003 – proprio per legalizzare tutte le prestazioni che avessero il carattere della saltuarietà e occasionalità. Originariamente i buoni lavoro erano riservati unicamente ad alcune categorie di lavoratori, quali pensionati, casalinghe e studenti. Nel corso degli anni, tuttavia, a seguito di limitate riforme legislative, lo strumento iniziò ad essere ammesso per altre categorie di lavoratori, fino ad arrivare nel 2012, con la L. 92/2012 – Legge Fornero – ad estendere lo strumento dei voucher a tutti i lavoratori, con dei limiti reddituali: € 5.000,00 come limite retributivo, con € 2.000,00 come limite per ogni committente. Il Jobs Act introdotto dal Governo Renzi ha innalzato il limite reddituale per l’utilizzo dei voucher ad € 7.000,00 (rimanendo inalterato il limite di € 2.000,00 per committente), aggiungendo la tracciabilità, ossia, l’obbligo del committente di dichiarare tramite comunicazioni via PEC e via MAIL, rispettivamente alla Direzione Provinciale del Lavoro ed all’Ispettorato del Lavoro, la data e l’ora di inizio e di fine della prestazione (ciò per evitare ogni tipo di abuso). A questo punto, non sarà un quesito referendario a pronunziarsi sul mantenimento o meno di questo strumento: l’abrogazione è stata già decisa. Le conseguenze di tutto ciò appaiono evidenti. La soppressione totale di tale strumento, infatti, da un lato, può fare tornare sommerso il lavoro che si attua con prestazioni a carattere saltuario ed occasionale (pensiamo ad esempio ai lavori occasionali di pensionati, casalinghe e studenti). Dall’altro, tale soppressione renderà ancora più difficile l’ingresso nel mondo del lavoro, privando le aziende di uno strumento semplice e snello per offrire lavoro ed i lavoratori di nuove opportunità di impiego. Il voucher, infatti, nel suo progetto originario, aveva proprio la duplice finalità di legalizzare il lavoro sommerso e creare un ponte tra chi cerca ed offre il lavoro. L’abrogazione di tale strumento sembra comportare la cancellazione anche di tali vantaggi. Pacifico che gli abusi vanno puniti, ma sembra che le riforme legislative di cui i voucher sono stati oggetto negli ultimi anni, abbiano proprio introdotto quegli strumenti volti ad evitare gli abusi (pensiamo ad esempio agli obblighi di tracciabilità di cui alla riforma dell’ottobre 2016). L’abrogazione del voucher sembra quindi portare con sé più dubbi che certezze.

Avv. Lorenzo CAVEDON